Giovedì 04/07/2024 | Cronaca

SCALEA. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha dato ragione all’A.I.A.S. sospendendo l’esecuzione dei provvedimenti del Sindaco e dell’Ufficio Tecnico.

“Ancora una volta mi trovo a dover puntare il dito contro il Sindaco di Scalea – dichiara Antonio, Maurizio Arci – e a ribadire sdegno e malcontento nei confronti di politiche di malgoverno che anziché favorire la ripresa economica del territorio, la ostacolano. Dal settembre 2013, malgrado la buona volontà dimostrata dall’AIAS, nessun accordo si è reso possibile con l’Amministrazione di Scalea per risolvere la vicenda giudiziaria che ancora oggi, dopo ben 11 anni, ci vede contrapposti in un estenuante processo civile che di “civile” ha ben poco, a partire dalla durata, e la cui prosecuzione davanti al tribunale di Paola è fissata per il prossimo 3 ottobre”. Arci prosegue ricordando gli innumerevoli incontri da lui vanamente sollecitati negli scorsi anni, che hanno visto un sindaco sempre sordo e silente, che non ha mai mostrato un reale interesse a far sì che la triste vicenda dell’impianto natatorio potesse evolvere verso un epilogo positivo, sottraendo la struttura ad un inarrestabile degrado e favorendone il pieno recupero, grazie ad un cambiamento di rotta che l’AIAS aveva proposto a più riprese e che si sarebbe tradotto in una iniziativa imprenditoriale sana, trasparente e sostenibile a tutto vantaggio dei cittadini e del territorio, iniziativa da realizzarsi attraverso un piano di rilancio che avrebbe valorizzato l’occupazione e offerto servizi non stagionali ma continuativi e duraturi. “Non mi sono mai sottratto alle richieste di incontro del Sindaco Perrotta – prosegue Antonio, Maurizio Arci – pur di addivenire ad un comune accordo, eventualmente anche attraverso la richiesta di un parere congiunto “pro veritate” affidato a professionisti di fiducia dell’Amministrazione comunale, ad integrazione delle consulenze tecniche d’ufficio disposte dai giudici in corso di giudizio, dalle quali è emerso che la causa dei gravi danni all’impianto sportivo è da individuarsi in difetti di progettazione della tensostruttura e nel mancato collaudo della stessa da parte dell’Ufficio Tecnico comunale. In particolare le CTU hanno confermato inequivocabilmente che il crollo non fu causato da eventi meteorologici imprevedibili ed inevitabili, bensì da gravi carenze progettuali e costruttive”. Malgrado in occasione della campagna elettorale del 2020 il Sindaco Perrotta avesse affermato con enfasi, pubblicamente, la volontà di ricercare una soluzione concordata con l’AIAS, che restituisse al territorio e agli oltre 1000 frequentatori, di cui 100 piccoli disabili, della struttura la possibilità di continuare a praticare attività ludiche, sportive e riabilitative, tale dichiarazione d’intenti non ha avuto alcun seguito, in quanto alle proposte dettagliate e concretamente operative prospettate dall’AIAS l’Amministrazione comunale non ha dato alcun concreto riscontro, neanche di mera cortesia. Lo strombazzato interesse per il recupero dell’impianto era quindi solo propaganda elettorale, così come dimostrano le recenti scelte dell’Amministrazione, sfociate nell’intimazione notificata all’AIAS il 26.06.2024, che le ingiunge di rilasciare l’area oggetto di concessione libera da cose e persone entro 5 giorni, neanche si dovesse intimare lo sgombero ad un clan di malviventi o di occupanti abusivi. Crediamo che dopo oltre 30 anni di esperienza in campo socio-sanitario-assistenziale, in favore di migliaia di disabili, molti dei quali in età evolutiva, l’A.I.A.S., non meritasse un trattamento così offensivo e insultante. Dopo oltre un decennio di costoso “stillicidio” giudiziario, la ONLUS, già penalizzata dai costi del procedimento di ATP e del merito civile, si è vista costretta a ricorrere anche alla Giustizia amministrativa, per contrastare dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale dapprima la delibera di Giunta comunale di Scalea n. 25 del 30.01.24 e in seguito, con motivi aggiunti, il provvedimento del Responsabile del Settore Lavori Pubblici Patrimonio, prot. 17035 del 26.06.2024 che ha disposto la revoca della concessione per la gestione della piscina coperta, la contestuale decadenza della convenzione di affidamento dell’impianto natatorio e l’ordine di rilascio dell’impianto sportivo nel termine di cinque giorni. Questa iniziativa denota un vero e proprio “colpo di mano” ed evidenzia che il Sindaco non è affatto interessato a favorire la prosecuzione delle attività del concessionario AIAS (come da impegni propagandistici pre-elettorali), né con le risorse comunali, né con le (ingenti) somme messe a disposizione dal Ministero dell’Interno (€ 135.000,00 oltre ad ulteriori €155.000,00, come da nota dell’Ufficio Tecnico del Comune di Scalea prot. n. 26071 del 21.08.2015) stanziamenti dei quali, ad oggi, si ignora l’utilizzo. L’Amministrazione comunale di Scalea, malgrado gravi e plurimi profili di illegittimità, ha dato avvio ad un procedimento di revoca/decadenza nel tentativo di “correggere il tiro” sul piano giuridico, attraverso una diversa e discutibile qualificazione del rapporto controverso in termini di “concessione amministrativa”, così rendendo inevitabile una ennesima dispendiosa controversia. Il Tribunale Amministrativo Regionale in prima battuta ha dato però ragione all’A.I.A.S. e con decreto dell’1.07.2024 ha accolto la domanda cautelare ex art. 56 c.p.a. sospendendo l’esecuzione dei provvedimenti del Sindaco e dell’Ufficio Tecnico ed impugnati dall’A.I.A.S. fissando per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 24.07.2024. “Questa interminabile vicenda non fa che acuire il rammarico per lo spreco di fondi pubblici: si preferisce impiegare ingenti risorse economiche per affidare incarichi difensivi ad illustri legali del Foro romano, piuttosto che utilizzare quei fondi per ripristinare un importante polo sportivo, che avrebbe ridato lustro al territorio e offerto servizi utili e preziosi ai cittadini, specie a quelli meno fortunati di noi” – conclude Antonio, Maurizio Arci – “Durante il primo ed unico anno di vita, l’A.I.A.S. aveva organizzato tantissime attività all’interno del complesso sportivo: corsi di nuoto, corsi per brevetti di bagnino e assistente bagnanti, manifestazioni sportive di varia natura (gare di triathlon, esibizioni di nuoto sincronizzato, pallanuoto, corsi di equitazione, concorsi di salto ad ostacoli a cavallo), creazione di un centro estivo con animatori ed insegnanti di madre lingua inglese e finanche una tappa del Cantagiro. L’A.I.A.S. Village era diventato un centro sportivo, ricreativo e aggregativo di eccellenza, un vero fiore all’occhiello non solo per il Comune di Scalea ma per l’intero comprensorio regionale, generando oltre 30 posti di lavoro. Oggi l’A.I.A.S., di contro, non può far altro che constatare con amarezza e sconforto la latitanza della politica delle idee, dei progetti e del fare di cui la nostra regione avrebbe disperato bisogno, un territorio orfano per lo più di servizi essenziali, la piscina di Scalea lo era diventato!!. Continua infatti a prevalere il malgoverno di quanti, con sufficienza e disinteresse, non hanno finora consentito di far rinascere una struttura che in pochi mesi era diventata un autentico “gioiello”, condannandola, dopo il crollo, ad una ulteriore agonia, causata stavolta da coloro che si sono avvicendati nel governo della città, anche in regime di commissariamento. 

Cetraro (CS), 4 luglio 2024 Firmato: Antonio, Maurizio Arc

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