Parco Marino Riviera dei Cedri: Intervengono il Delegato dei tesserati di Scalea di Fratelli d’Italia e il Segretario Politico di Pensiamo a Scalea
“”Tutta la costa rocciosa di Scalea e di San Nicola Arcella, con le sue spiaggette, anfratti e grotte di eccezionale bellezza, da decenni mete turistiche internazionali, sono state improvvidamente incluse nell’area del Parco Marino Riviera dei Cedri, senza alcuna valida ragione scientifica e senza benefici tangibili per i residenti. L’allarme è stato lanciato dal delegato coordinatore degli iscritti di Fratelli d’Italia di Scalea, dott. Ivan De Luca, e dal Segretario politico di Pensiamo a Scalea, avv. Achille Tenuta, dopo aver sentito, in un primo incontro tenutosi il 12/4/24, appassionati di nautica, di pesca sportiva dalla barca e dalla costa, di attività subacquea e di escursioni naturalistiche in genere, cui sarà praticamente impedito di poter liberamente proseguire ad usufruire delle bellezze naturali che caratterizzano il tratto di costa da Ajnella all’isola Dino. La legge regionale è stata provocata dalla delibera dell’amministrazione Perrotta, che non ha ben ponderato il rapporto costi e vincoli da una parte, enormi, e benefici dall’altra, inesistenti, né è stata preceduta da adeguati confronti e studi. I presenti hanno fatto notare, inoltre, come la costa scaleota, così come quella di San Nicola Arcella, venga frequentata dai turisti solo durante parte della stagione estiva, tempo permettendo e complessivamente per una trentina di giorni, restando praticamente deserta ed indisturbata durante la gran parte dell’anno. Quei trenta giorni, però, rappresentano la ragione unica, che spinge migliaia di turisti a scegliere la nostra città per trascorrervi le vacanze, apportando così incrementi economici irrinunciabili per i residenti. Basti pensare allo sviluppo della nautica locale, al commercio dei relativi necessari attrezzi e prodotti in genere, agli impianti di rimessaggio, alla pesca sportiva dalla barca e dagli scogli, alla subacquea, alle visite guidate, ecc. con tutto il conseguente rilevante indotto economico per centinaia di famiglie che in più campi (servizi e commercio)lavorano per l’intero settore.E tutto ciò con la scusa di preservare qualche alga o specie animale, che proliferano tranquillamente da secoli lungo la nostra costa e per undici mesi all’anno.I presenti alla riunione hanno perciò deciso di formare un Comitato di lotta. La paura è quella di chiudere anche il mare e la costa, dopo le nostre montagne, che da oltre trent’anni sono state ingessate ed abbandonate nel Parco del Pollino, costato finora milioni di euro con benefici solo per i cinghiali e per chi vi percepisce stipendi. Per la collettività solo oneri e nessun apprezzabile ritorno economico, anzi solo divieti, disagi e danni. All’allarme lanciato da De Luca e Tenuta, fa seguito un loro appello al sindaco Perrotta ed alle forze politiche regionali affinché ritornino sui loro passi, rivedendo questa incomprensibile e irrazionale scelta. Nel frattempo, invitano pubblicamente il sindaco Perrotta e l’assessore all’ambiente Manco, nonché la Guardia Costiera, a fornire delucidazioni ai cittadini ed a rendere pubblici i divieti che sono scattati con le misure di salvaguardia, nonché ad apprestare la vigilanza sulla costa al fine di evitare violazioni della legge da parte dei soliti furbetti a scapito di chi invece la legge la rispetterà. A Perrotta diciamo: ti è piaciuto entrare nel Parco Marino, ora rispetta la legge e soprattutto falla rispettare.””